i m m a n e n z a    | 2020

Ho fotografato il mio isolamento.

Ho immaginato un metaspazio interno e interiore.

Ho creato una scenografia: un luogo in cui proiettare emozioni e sensazioni, una somma di attimi, fragili momenti del tempo.

Ho impacchettato le necessità, le mancanze e l’immanenza di questo tempo.

Ho scelto una finestra come sfondo in una condizione di immobilità e di incomunicabilità con il mondo esterno.

Ho ricoperto le superfici e gli oggetti con un telo di plastica trasparente per isolare e proteggere i soggetti e gli oggetti.

Ho filtrato la luce per riverberare lo stato di sospensione.

Ho fotografato ogni giorno la mia quarantena condivisa con i miei genitori e il cane.

Ho fermato la mia attenzione sul significato di queste parole:

f e r m o i n t e r r o t t o s o s p e s o n e g a t o v i e t a t o n o n c o n s e n t i t o a s s o p i t o a t t u a l e i n c o r s o